Deuteronomio 5:32-33

Badate bene di operare conformemente a quanto vi ha comandato YHWH vostro Dio e così non devierete né a destra né a sinistra.

Camminate nella via che YHWH vostro Dio vi ha comandato affinché viviate, abbiate benedizione e prolunghiate la vostra vita nella terra che possederete».

Siamo certi che osservando la Parola di Dio ↔ la Torà ↔ Yeshùa, ci sarà il pane, ci sarà la pioggia e ci sarà la benedizione!

Ma le domande che ci poniamo oggi sono:

«Osserviamo gli insegnamenti di DIO per ottenere una ricompensa?

«O per paura di essere puniti?»

«O per Amore?»

Deuteronomio 11:13-21

Se dunque ubbidirete diligentemente ai precetti che io oggi vi comando, di amare cioè YHWH vostro DIO e di servirlo con tutto il vostro cuore e tutta la vostra anima,

¹⁴⁾ io concederò alla vostra terra la pioggia a suo tempo, la prima pioggia e l’ultima pioggia, e tu potrai raccogliere il tuo grano, il tuo mosto ed il tuo olio;

¹⁵⁾ farò crescere l’erba nel tuo campo per il tuo bestiame e tu potrai mangiare e saziarti.

¹⁶⁾ Guardate bene però che il vostro cuore non sia sedotto e vi sviate, servendo altri dèi e prostrandovi davanti a loro;

¹⁷⁾ La collera di YHWH divamperebbe contro di voi!

Egli chiuderebbe il cielo, non ci sarebbe più pioggia e la terra non potrebbe più dare il suo prodotto e voi scomparireste ben presto dalla buona terra che YHWH sta per darvi.

¹⁸⁾ Metterete dunque queste Mie parole nel vostro cuore e nella vostra anima ↔ mente, le legherete come un segno sul vostro braccio e saranno come frontali fra i vostri occhi;

¹⁹⁾ le insegnerete ai vostri figli parlandone con loro in casa, quando cammini per la via, quando ti coricherai e quando ti alzerai;

²⁰⁾ Le scriverai anche sugli stipiti delle porte della tua casa ed in quelle della tue città,

²¹⁾ AFFINCHÉ si prolunghi la vostra vita e quella dei vostri figli nella terra che YHWH ha giurato di dare ai vostri padri per l’eternità.

La parola «AFFINCHÉ» sancisce che la ricompensa non è solo il risultato dell’ubbidienza ai comandamenti, ma anche la motivazione per l’osservanza dei comandamenti.

È come se la Torà dicesse:

«Adempi ai Suoi comandamenti per avere una vita lunga e benedetta».

Adempiere alla Torà significa AMARE Yeshùa con tutto il cuore, cioè manifestare tutto intorno a noi il Frutto del Suo Spirito, Esperti nel bene in tutti i nostri pensieri, in tutti i nostri sentimenti, mettendo a sua disposizione tutte le nostre forze, le nostre capacità e le nostre sostanze, in questo modo non saremo mai mancanti di niente, perché tutto appartiene al nostro Dio, allo Sposo.

Amare per dovere e non per forza, il dovere è quel bisogno che abbiamo di piacere allo Sposo perché lo amiamo, è quel FUOCO che Yeshùa ha profuso nei nostri cuori …

Luca 3:16

Giovanni il Battista rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio dei sandali.

Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

… che ci fa sentire la Sua mancanza, che ci stringe il cuore, che ci costringe ad amare.

2^ Corinzi 5:14-15

infatti l’amore «agapê» di Cristo ci costringe, siamo giunti a questo: che uno solo morì per tutti, quindi tutti morirono;

¹⁵⁾ ed egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.

Amare per forza significa non avere bisogno di Lui ma di quello che Lui ci può dare e fare.

Yeshùa ci insegna che quando facciamo qualcosa per qualcuno non dobbiamo prenderci il merito o aspettarci una ricompensa.

La nostra ricompensa è in Lui, nello Sposo, il Regno di Dio.

C’è una ricompensa per ogni cosa, a partire da un bicchier d’acqua per chi ha sete, ci viene messo in conto di giustizia.

Questo vale per quando preghiamo, digiuniamo e facciamo qualunque cosa nel Nome del Signore, non dobbiamo farlo per la ricompensa, ma per amore.

«Amare significa stare bene insieme»

Questo significa che ci sono tesori, ricompense e premi in cielo!

Allora vale la pena osservare la Torà!

Non fosse altro per la grande ricompensa che ne riceveremo.

Ma ora domandiamoci:

«la Torà è un mezzo per un fine?»

Ed il fine è la ricompensa?

No! Così non è e non può esserlo.

«Il fine è l’amore per YESHÙA»

la ricompensa è esclusivamente una conseguenza dell’osservanza della Torà.

Sono innamorato di Yeshùa o AMO Yeshùa?

A caldo possiamo pensare che sia la stessa cosa, o che l’innamoramento conduca sempre all’amore.

In realtà innamoramento e amore non hanno niente in comune, sono condizioni completamente diverse l’una dall’altra, che sfociano in differenti relazioni.

L’innamoramento è passione verso qualcuno o qualcosa che attira la nostra attenzione, pensiamo che sia una cosa più forte di noi, ma in realtà non è così.

Perché l’innamoramento è solo il bisogno di chi ha caratteristiche ben precise, che piacciono ed attirano l’attenzione di chi si innamora, in sintesi si innamorano di ciò che possono ottenere, avere, possedere, cioè di qualcuno o ancor peggio qualcosa che corrisponda, sia fisicamente che caratterialmente al nostro ideale di bisogno, la bellezza, la ricchezza, il potere, i soldi.

Non ci innamoriamo mai quindi di qualcuno ma sempre e solo dell’idea, del sogno, dell’illusione che ci siamo fatti su di lei, su di lui o su qualcosa.

«L’innamoramento è un processo egoistico»

L’interesse dell’innamorato non è conoscere, comprendere, capire, l’interesse è che l’altro faccia ciò che vuole l’innamorato.

Nell’eccesso del suo presunto amore, o follia, arriva ad uccidere, convinto di averlo fatto per amore.

Chia ama non uccide, anzi è disposto a morire per chi ama.

Quando cantiamo:

«Ti amo più della mia vita»

siamo veramente sicuri che sia amore per Yeshùa, o è amore per ciò che Lui può darci o farci?

In sintesi, siamo sicuri che non ci siamo sempre e solo noi con i nostri bisogni?

L’amore è una scelta deliberata che si concentra su Yeshùa per conoscerlo, accettarlo ed accoglierlo nella vita con tutto il nostro cuore.

Ed attraverso di Lui impariamo a conoscere ed a perdonare noi stessi riconciliandoci gli uni con gli altri.

L’amore È Yeshùa che unisce cuore ed intelligenza, perché Egli è il Frutto dello Spirito.

È un atto di volontà ed un modo di vivere, è la scelta deliberata di tutto il bene in opposizione al male.

Chi sceglie di amare cerca in modo pratico e reale i modi migliore per esprimere concretamente questa sua scelta.

Se nel matrimonio entrambi scelgono di amarsi allora sarà una vera unione, in caso contrario sarà facile perdersi, così è con il nostro Salvatore, se il Suo amore non ci trasforma in uomini capaci di amare, significa che non siamo capaci di amare realmente, ma che siamo solamente innamorati dell’amore, cioè dei perfetti egoisti.

Se siamo soltanto innamorati di Yeshùa il centro del tutto siamo sempre e solo noi, Yeshùa ci interesserà solo nella misura in cui può darci qualcosa.

Nell’innamoramento pretendiamo infatti che Yeshùa ci metta al centro della sua vita, ci siamo noi e solo noi e non gli altri, i nostri bisogni e non quelli degli altri.

Nell’amore invece il centro è proprio l’altro, vogliamo esserci per aiutarlo, siamo disponibili a comprenderlo, a dargli attenzione, ascolto, a prenderci cura.

Nell’innamoramento vive la paura di perdere.

«Nell’AMORE vive la fede di essere figli e Sposa!»

Yeshùa ci insegna che l’amore è dentro di noi, perché è stato profuso nei nostri cuori per condividerlo.

L’innamorato cerca cosa può ricevere, chi vive per amore cerca cosa può fare, dire e dare, perché il dare non toglie niente, non solo non perdiamo nulla di noi stessi, ma conosciamo ancor più e sempre più la fonte dell’amore, Yeshùa.

L’amore vero, cioè quello di Dio non accetta altre presenze, è talmente certo del suo amore che non accetta alternative nella sua vita, perché Dio è AMORE.