Che parole terrificanti pronuncia YHWH-YESHUA per bocca del Profeta Osea 4:6
“Il mio popolo verrà sterminato per mancanza di conoscenza”.
E quanto fa rabbrividire quanto sta scritto in Deuteronomio 28 circa le maledizioni che avverranno a chi non osserva con cura tutti i Suoi comandamenti e tutti i Suoi statuti!
Ci dobbiamo allora domandare questo: come è possibile che YHWH-YESHUA che è amore pronunci queste parole?
Io rispondo con la seguente frase: oh potesse ogni uomo conoscere veramente il cuore del SIGNORE attraverso una relazione intima con LUI!
Ogni persona riuscirebbe così a capire le parole pronunciate da Paolo in Filippesi 3:8
“Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo”.
A dare quindi il giusto significato e splendore alla Torah che l’apostolo conosceva ed osservava.
E’ proprio attraverso la conoscenza di Cristo, ottenuta per mezzo della santificazione, che riusciamo ad amare tutta la Sua Parola come il meglio per noi in quanto donata da DIO per amore.
Riguardo al Suo popolo il Signore, sempre con il profeta Osea 11:8 afferma: “Come potrei abbandonarti, o Efraim, o lasciarti in balia di altri, o Israele? Come potrei renderti come Admah, o ridurti come Tseboim? Il mio cuore si commuove dentro di me, le mie compassioni si infiammano tutte”.
Ed anche Mosè in precedenza, chiamando a testimoniare contro il popolo d’Israele il cielo e la terra dichiara in Deuteronomio 4:27 “E l’Eterno vi disperderà fra i popoli, e non rimarrà di voi che un piccolo numero fra le nazioni dove l’Eterno vi condurrà” ma in Deuteronomio 4:30 dice: “Quando ti troverai nell’angoscia e ti saranno avvenute tutte queste cose, negli ultimi tempi, tornerai all’Eterno, il tuo DIO, e darai ascolto alla sua voce”.
Filippo Zani dice:
La predicazione di domenica scorsa tocca un argomento importantissimo e rivela un concetto semplice e chiaro della Torah.
Lo Spirito di Dio, la Sua Parola sono benedizione guarigione e salute essi stessi perché sono Dio Stesso.
Sono aspetti dell’unico nostro Signore.
Esodo 15:26 (Nouva Diodati)
e disse: «Se tu ascolti attentamente la voce dell’Eterno, il tuo DIO, e fai ciò che è giusto ai suoi occhi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandato addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco».
Stando a questa traduzione Dio, se ubbidiamo, ci guarisce da malattie che non ci manda addosso.
Rimaniamo perplessi.
Il fatto che Dio ci guarisce non è sbagliato ma è solo una parte della Verità.
Premetto che non voglio assolutamente criticare Diodati, ha fatto sicuramente un lavoro di grande valore e di grande utilità.
Purtroppo però nel passare dall’ebraico all’italiano si perdono sfumature e dettagli che poi alla fine dettagli non sono.
I motivi sono molteplici.
Il primo è che l’ebraico è una lingua estremamente più concisa.
Per esprimere un concetto dato da una parola ebraica ce ne vogliono spesso molte in italiano, generando così dei giri di parole che ne fanno perdere la metrica poetica e a volte anche la semplicità del messaggio stesso.
Ultimamente sto ascoltando la musica di un gruppo i cui membri fanno parte di chiese messianiche israeliane e che utilizza nei testi solo scritture bibliche in ebraico originale.
Non voglio qui fare l’elogio di questi musicisti, ma emerge chiaramente la metrica poetica delle Scritture, in particolare dei salmi.
È un linguaggio estremamente musicale e ritmato che ha, nella sua versione ebraica originale delle metriche e degli schemi che si ripetono.
Chiaramente tutto questo in italiano si perde quasi completamente e non per colpa di Diodati.
Nonostante questo le scritture sono belle anche in italiano.
In pratica è come se traducessimo delle poesie in italiano in inglese o tedesco.
Sarebbe praticamente impossibile conservarne la musicalità.
Quindi la versione italiana è da buttare?
Io non credo proprio.
Tuttavia dobbiamo riconoscere che l’originale del Tanak è stato scritto in ebraico e solo in quella lingua e in quella cultura riusciremo a prenderne la pienezza.
Tutto questo discorso per dire che cosa.
Nel nostro tradurre e interpretare ci siamo allontanati dalla cultura originale.
Abbiamo uno schema mentale diverso da quello biblico e spesso rischiamo di prendere le scritture con sufficienza.
Ma se ne ricerchiamo l’essenza troveremo non solo che Dio ci da una serie di insegnamenti precisi e duri ma anche che il suo amore per noi è estremamente più dolce di quello che pensiamo.
Dio è tremendo, su questo non si discute, ma nella sua Parola ha scritto passi struggenti che descrivono il rapporto che vuole con noi. Tornare alle radici significa riscoprire tutto questo.
Di stesso è salute se lo lasciamo vivere in noi, non ci guarisce a seguito di particolari richieste, guariamo perché la sua vita in noi ci dona vita, se la lasciamo scorrere.
È un parlare che può sembrare duro e in effetti lo è ma se meditiamo con attenzione troviamo che Dio non ci dà guarigione ma molto di più. Questo è un esempio di riscoprire le basi e i fondamenti della Parola.
Concludo precisando che sto parlando prima di tutto per me, perché, perché io stesso devo riuscire a vivere quanto ho descritto e oggi non è così.
E’ un traguardo che può sembrare impossibile, ma Dio dice il contrario.
Sicuramente a questo dobbiamo tendere e a questo Dio ci chiama .
Shalom.
Paolo Niccolai dice:
Pace. Romani 6:22-23 Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna.
Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Sono o non sono un servo di Dio?
Se lo fossi vivrei in ubbidienza e sottomissione, ma così non è, altrimenti si vedrebbe.
Vivere in ubbidienza e sottomissione, ha come frutto la santificazione, e la santificazione avviene perché giorno dopo giorno, riesco a non indurire il cuore, per ascoltare la voce di Dio.
Quindi, com’è scritto in questa meditazione, tutto mi riporta al combattimento, combattere per afferrare la vita eterna e non cedere al ricatto del peccato, benedizione o maledizione.
Perché non mi è spontaneo e naturale scegliere la benedizione, anziché vivere in maniera disordinata e casuale?
Le risposte che mi sono dato sono due.
La prima è che forse, non sono pienamente convinto, che vivere secondo certi principi, possa portarmi realmente a ciò che Dio mi ha promesso. Romani 4:20-21 Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo.
La seconda risposta che mi sono dato, e che è strettamente legata alla prima, è che la pressione della carne, su tutto quanto il mio essere, è ancora troppo grande, e influenza in negativo tutto ciò che faccio e che sono rispetto a quanto Dio dice. Giovanni 3:30-33 Bisogna che egli cresca e che io diminuisca.
Colui che viene dall’alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla della terra; colui che viene dal cielo è sopra tutti.
Ed egli attesta ciò che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza.
Colui che ha ricevuto la sua testimonianza ha solennemente dichiarato che Dio è verace.
Shalom a tutti.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione? Fornisci il tuo contributo!
Che parole terrificanti pronuncia YHWH-YESHUA per bocca del Profeta Osea 4:6
“Il mio popolo verrà sterminato per mancanza di conoscenza”.
E quanto fa rabbrividire quanto sta scritto in Deuteronomio 28 circa le maledizioni che avverranno a chi non osserva con cura tutti i Suoi comandamenti e tutti i Suoi statuti!
Ci dobbiamo allora domandare questo: come è possibile che YHWH-YESHUA che è amore pronunci queste parole?
Io rispondo con la seguente frase: oh potesse ogni uomo conoscere veramente il cuore del SIGNORE attraverso una relazione intima con LUI!
Ogni persona riuscirebbe così a capire le parole pronunciate da Paolo in Filippesi 3:8
“Anzi, ritengo anche tutte queste cose essere una perdita di fronte all’eccellenza della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho perso tutte queste cose e le ritengo come tanta spazzatura per guadagnare Cristo”.
A dare quindi il giusto significato e splendore alla Torah che l’apostolo conosceva ed osservava.
E’ proprio attraverso la conoscenza di Cristo, ottenuta per mezzo della santificazione, che riusciamo ad amare tutta la Sua Parola come il meglio per noi in quanto donata da DIO per amore.
Riguardo al Suo popolo il Signore, sempre con il profeta Osea 11:8 afferma: “Come potrei abbandonarti, o Efraim, o lasciarti in balia di altri, o Israele? Come potrei renderti come Admah, o ridurti come Tseboim? Il mio cuore si commuove dentro di me, le mie compassioni si infiammano tutte”.
Ed anche Mosè in precedenza, chiamando a testimoniare contro il popolo d’Israele il cielo e la terra dichiara in Deuteronomio 4:27 “E l’Eterno vi disperderà fra i popoli, e non rimarrà di voi che un piccolo numero fra le nazioni dove l’Eterno vi condurrà” ma in Deuteronomio 4:30 dice: “Quando ti troverai nell’angoscia e ti saranno avvenute tutte queste cose, negli ultimi tempi, tornerai all’Eterno, il tuo DIO, e darai ascolto alla sua voce”.
La predicazione di domenica scorsa tocca un argomento importantissimo e rivela un concetto semplice e chiaro della Torah.
Lo Spirito di Dio, la Sua Parola sono benedizione guarigione e salute essi stessi perché sono Dio Stesso.
Sono aspetti dell’unico nostro Signore.
Esodo 15:26 (Nouva Diodati)
e disse: «Se tu ascolti attentamente la voce dell’Eterno, il tuo DIO, e fai ciò che è giusto ai suoi occhi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandato addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco».
Stando a questa traduzione Dio, se ubbidiamo, ci guarisce da malattie che non ci manda addosso.
Rimaniamo perplessi.
Il fatto che Dio ci guarisce non è sbagliato ma è solo una parte della Verità.
Premetto che non voglio assolutamente criticare Diodati, ha fatto sicuramente un lavoro di grande valore e di grande utilità.
Purtroppo però nel passare dall’ebraico all’italiano si perdono sfumature e dettagli che poi alla fine dettagli non sono.
I motivi sono molteplici.
Il primo è che l’ebraico è una lingua estremamente più concisa.
Per esprimere un concetto dato da una parola ebraica ce ne vogliono spesso molte in italiano, generando così dei giri di parole che ne fanno perdere la metrica poetica e a volte anche la semplicità del messaggio stesso.
Ultimamente sto ascoltando la musica di un gruppo i cui membri fanno parte di chiese messianiche israeliane e che utilizza nei testi solo scritture bibliche in ebraico originale.
Non voglio qui fare l’elogio di questi musicisti, ma emerge chiaramente la metrica poetica delle Scritture, in particolare dei salmi.
È un linguaggio estremamente musicale e ritmato che ha, nella sua versione ebraica originale delle metriche e degli schemi che si ripetono.
Chiaramente tutto questo in italiano si perde quasi completamente e non per colpa di Diodati.
Nonostante questo le scritture sono belle anche in italiano.
In pratica è come se traducessimo delle poesie in italiano in inglese o tedesco.
Sarebbe praticamente impossibile conservarne la musicalità.
Quindi la versione italiana è da buttare?
Io non credo proprio.
Tuttavia dobbiamo riconoscere che l’originale del Tanak è stato scritto in ebraico e solo in quella lingua e in quella cultura riusciremo a prenderne la pienezza.
Tutto questo discorso per dire che cosa.
Nel nostro tradurre e interpretare ci siamo allontanati dalla cultura originale.
Abbiamo uno schema mentale diverso da quello biblico e spesso rischiamo di prendere le scritture con sufficienza.
Ma se ne ricerchiamo l’essenza troveremo non solo che Dio ci da una serie di insegnamenti precisi e duri ma anche che il suo amore per noi è estremamente più dolce di quello che pensiamo.
Dio è tremendo, su questo non si discute, ma nella sua Parola ha scritto passi struggenti che descrivono il rapporto che vuole con noi. Tornare alle radici significa riscoprire tutto questo.
Di stesso è salute se lo lasciamo vivere in noi, non ci guarisce a seguito di particolari richieste, guariamo perché la sua vita in noi ci dona vita, se la lasciamo scorrere.
È un parlare che può sembrare duro e in effetti lo è ma se meditiamo con attenzione troviamo che Dio non ci dà guarigione ma molto di più. Questo è un esempio di riscoprire le basi e i fondamenti della Parola.
Concludo precisando che sto parlando prima di tutto per me, perché, perché io stesso devo riuscire a vivere quanto ho descritto e oggi non è così.
E’ un traguardo che può sembrare impossibile, ma Dio dice il contrario.
Sicuramente a questo dobbiamo tendere e a questo Dio ci chiama .
Shalom.
Pace.
Romani 6:22-23 Ora invece, essendo stati liberati dal peccato e fatti servi di Dio, voi avete per vostro frutto la santificazione e per fine la vita eterna.
Infatti il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore.
Sono o non sono un servo di Dio?
Se lo fossi vivrei in ubbidienza e sottomissione, ma così non è, altrimenti si vedrebbe.
Vivere in ubbidienza e sottomissione, ha come frutto la santificazione, e la santificazione avviene perché giorno dopo giorno, riesco a non indurire il cuore, per ascoltare la voce di Dio.
Quindi, com’è scritto in questa meditazione, tutto mi riporta al combattimento, combattere per afferrare la vita eterna e non cedere al ricatto del peccato, benedizione o maledizione.
Perché non mi è spontaneo e naturale scegliere la benedizione, anziché vivere in maniera disordinata e casuale?
Le risposte che mi sono dato sono due.
La prima è che forse, non sono pienamente convinto, che vivere secondo certi principi, possa portarmi realmente a ciò che Dio mi ha promesso.
Romani 4:20-21 Neppure dubitò per incredulità riguardo alla promessa di Dio, ma fu fortificato nella fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che ciò che egli aveva promesso era anche potente da farlo.
La seconda risposta che mi sono dato, e che è strettamente legata alla prima, è che la pressione della carne, su tutto quanto il mio essere, è ancora troppo grande, e influenza in negativo tutto ciò che faccio e che sono rispetto a quanto Dio dice.
Giovanni 3:30-33 Bisogna che egli cresca e che io diminuisca.
Colui che viene dall’alto è sopra tutti; colui che viene dalla terra è della terra e parla della terra; colui che viene dal cielo è sopra tutti.
Ed egli attesta ciò che ha visto e udito, ma nessuno riceve la sua testimonianza.
Colui che ha ricevuto la sua testimonianza ha solennemente dichiarato che Dio è verace.
Shalom a tutti.