Romani 1:28-32
E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti,
29) essendo ripieni d’ogni ingiustizia fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità,
30) ingannatori, maldicenti, odiatori di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi ideatori di oltraggi, ribelli ai genitori,
31) stolti, perfidi, spietati, senza pietà!
32) Taluni conoscendo lo statuto di Dio che quelli che mettono in pratica le sì fatte cose sono meritevoli di morte non soltanto le fanno, ma per di più approvano quelli che le mettono in pratica.
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, quanti altri episodi oltre a quelli menzionati in questo insegnamento troviamo nella Parola che ci parlano dell’invidia degli uomini e delle nefaste conseguenze che essa produce!
Ne cito alcuni che ci inducono a riflettere molto: le rimostranze di Miriam e di Aaronne contro Mosè (Numeri 12), oppure sempre in Numeri al capito 16 la ribellione di Kore, Dathan e Abiram più i 250 principi dell’assemblea contro Mosè ed Aaronne ed infine l’atteggiamento del figlio maggiore nella parabola del figlio prodigo (Luca 15:11-32) dove al versetto 30 egli si rivolge al padre con queste parole: “Ma quando è tornato questo tuo figlio”, come se non lo riconoscesse più come fratello.
Però, fatte queste brevi considerazioni, desidero invece portare alla vostra attenzione di cosa non è invidia e di come l’amore di Dio si manifesta nel cuore di un uomo: Gionathan.
Si parla spesso di Davide e non ci viene da pensare che Gionathan era figlio di Saul, principe ed erede al trono.
Eppure lui riconosce in Davide l’unto di Dio ed il futuro re di Israele e sarà per sempre unito a quest’uomo da una profonda amicizia che lo porterà a schierarsi contro suo padre.
In 1° Samuele 18:3-4 sta scritto: “3) Gionathan fece quindi un patto con Davide, perché lo amava come la sua anima. 4) Poi Gionathan si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide, e vi aggiunse pure le sue vesti, la sua spada, il suo arco e la sua cintura.
Questo è veramente l’Amore di Dio che non invidia e che gioisce con la verità (Cristo Gesù).
Chi può pensare di essere sufficiente a queste cose? Di sicuro non io.
L’invidia è un problema nel quale possiamo cadere ogni giorno.
Come si fa a non cadere nell’invidia?
Innanzitutto dobbiamo vedere l’invidia come un frutto della carne.
Galati 5:19-21
Ora le opere della carne sono manifeste e sono: adulterio, fornicazione, impurità, dissolutezza, 20 idolatria, magia, inimicizie, contese, gelosie, ire, risse, divisioni, sette, 21 invidie, omicidi, ubriachezze, ghiottonerie e cose simili a queste, circa le quali vi prevengo, come vi ho già detto prima, che coloro che fanno tali cose non erediteranno il regno di Dio.
Quindi se riconosciamo uno dei sintomi riportati in questa predicazione viviamo nell’invidia e significa quindi che in noi è giunta a frutto l’opera della carne.
Per quanto possa sforzarmi, senza lo Spirito io sono carne e produco solo cose di questo tipo.
Ma allora capiamo che senza lo Spirito non possiamo evitare il frutto della carne.
Romani 1:28-29
E siccome non ritennero opportuno conoscere Dio, Dio li ha abbandonati ad una mente perversa, da far cose sconvenienti, 29 essendo ripieni d’ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, cupidigia, malizia; pieni d’invidia, omicidio, contesa frode, malignità,
Il non voler conoscere Dio è la causa dell’invidia, se decidiamo di non essere discepoli di Cristo, siamo destinati a vivere una vita spesa nel frutto della carne.