Missione Cristiana 153

MINISTERO della PREGHIERA

«INGINOCCHIARSI»

(3^ Parte)

Inginocchiarsi

è come salire sul monte della preghiera, portando nel cuore i problemi, i pesi, i dolori di quelle situazioni che Dio ci pone davanti, accompagnando la supplica con il ringraziamento, nella certezza della risposta di Dio.

La preghiera, specialmente la supplica, non è un’oasi di consolazione, fa parte della lotta che è stabilita per noi, un combattimento, è un trovarsi coinvolti in mezzo alla tempesta, da pensieri ed emozioni, da vita e da morte.

Chi PREGA:

«CHIEDE, CERCA, BUSSA»

«Cioè SUPPLICA»

«INTERCEDE»

Matteo 7:7-8

Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto.

8) Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova e sarà aperto a chi bussa.

Talvolta più che figli paghi ci sentiamo stanchi, affaticati, oppressi.

La preghiera ci riporta alla verità su noi stessi, siamo figli Suoi, ma anche creature fragili in cammino verso la pienezza della vita.

La supplica quindi ha valore solo se accompagnata dall’umiltà di cuore e dal pieno abbandono in Dio.

Esdra 9:5-6

Alla preghiera della sera mi alzai dal mio digiuno, con la veste e il mantello stracciati; poi caddi in ginocchio e stesi le mani verso YHWH, il mio DIO,

6) e dissi: «O mio DIO, io sono confuso e mi vergogno di alzare la mia faccia a te, o mio DIO, poiché le nostre iniquità si sono moltiplicate fin sopra il nostro capo, e la nostra colpa è giunta fino al cielo.

Piegare le ginocchia significa riconoscere la nostra posizione.

Il nostro Padre celeste vuole che abbiamo una vita esuberante e abbondante, che nasce da una santa chiamata e si sviluppa nella conoscenza per esperienza della Sua Parola, portandoci in intima comunione con Lui.

Nella consapevolezza che la grazia e l’amore di Dio vivono nella SANTITÀ, che è un assioma di DIO.

Isaia 45:21-23

Non sono forse io, YHWH?

Non v’è altro DIO fuori di me, un Dio giusto, un Salvatore; non c’è nessuno fuori di me.

22) Volgetevi a me e siate salvate, voi tutte estremità della terra.

Poiché io sono Dio e non c’è alcun altro.

23) Ho giurato per me stesso, dalla mia bocca è uscita una parola di giustizia, e non sarà revocata: ogni ginocchio si piegherà davanti a me ed ogni lingua mi presterà giuramento.

«Torniamo ad inginocchiarci»

La supplica non deve mai scivolare nell’arroganza, non ci deve essere mai pretesa, la supplica si appella sempre alla grazia e alla misericordia di Dio, alla Sua pietà.

La supplica nasce da un cuore ben disposto, si sviluppa in un corpo ben disposto, che si inginocchia in un semplice gesto di arresa e appartenenza al suo DIO.

Marco 1:40

E venne da lui un lebbroso il quale, supplicandolo, cadde in ginocchio davanti a Lui, e gli disse: «Se vuoi, tu puoi mondarmi».

Il nostro Signore Yeshùa ci da insegnamenti preziosi:

Luca 22:39-46

Poi, uscito, andò come al solito al monte degli ulivi, e anche i suoi discepoli lo seguirono.

40) Giunto sul posto, disse loro: «Pregate per non entrare in tentazione»

41) E si allontanò da loro, circa un tiro di sasso e, postosi in ginocchio, pregava,

42) dicendo: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice!

Tuttavia non sia fatta la Mia volontà, ma la Tua».

43) Allora gli apparve un angelo dal cielo per dargli forza.

44) Ed egli, essendo in agonia, pregava ancor più intensamente, e il suo sudore divenne simile a grumi di sangue che cadevano a terra.

45) Alzatosi poi dalla preghiera, venne dai suoi discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza

46) e disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate per non entrare in tentazione».

«Inginocchiarsi è un privilegio dei veri discepoli»

Atti 7:60

Poi, Stefano postosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputare loro questo peccato». E, detto questo, si addormentò.

Atti 9:40

Pietro allora, fatti uscire tutti, si pose in ginocchio e pregò.

Poi, rivoltosi al corpo, disse: «Tabitha, alzati!».

Ed ella aprì gli occhi e, visto Pietro, si mise a sedere.

Atti 21:5

Trovati i discepoli, ci trattenemmo sette giorni; mossi dallo Spirito divino, essi dicevano a Paolo di non salire a Gerusalemme.

5) Ma al termine del nostro soggiorno, partimmo e ci mettemmo in cammino, accompagnati da tutti, con mogli e figli, fin fuori della città; e, postici in ginocchio sul lido, pregammo.

Si può supplicare nella nostra lingua* naturale ed in «altre lingue», con parole suscitate dallo Spirito Santo, chiedendone a Dio l’interpretazione.

Romani 8:26-27

Ed ugualmente anche lo Spirito divino viene incontro alla nostra impotenza!

Infatti non sappiamo come conviene e che cosa chiedere, ma da sé lo Spirito divino nell’uomo interviene con gemiti indicibili.

27) Di più, Colui che investiga i cuori sa quale è il sentimento dello Spirito divino nell’uomo, perché davanti a Dio intercede per i santi.

Romani 14:11

È infatti scritto: «Come io vivo, dice il Signore, ogni ginocchio si piegherà davanti a me.

Ed ogni lingua* darà gloria a Dio».

Filippesi 2:10-11

affinché nel Nome (cioè nella potenza ) di Yeshùa si pieghi ogni ginocchio delle creature celesti, terrestri e sotterranee,

11) e ogni lingua* confessi che Yeshùa il Messia è Signore, alla gloria di Dio Padre.

Ebrei 11:6

Ora senza fede uno non può piacergli!

Perché chi si accosta a Dio deve credere che Egli è,

e che Egli è il rimuneratore di quelli che lo *ricercano.

Questo verbo tradotto dal greco in: *ricercano, significa:

«il ricercare intorno aYeshùa il Messia»

nel senso più completo, cioè il fare la Sua volontà, di piacergli, di avere la Sua mente, di avere la Sua fede, di vivere per Lui in modo pratico e reale!

Inginocchiarsi davanti a

«Yeshùa il Messia di Nazareth»

è un privilegio dei veri discepoli,

certi della Sua Buona, Piacevole e Perfetta Volontà.

Questa meditazione è stato fatta al meglio della mia conoscenza attuale della Parola di Dio, perciò può essere soggetta a modifiche.

« INVITO INVITO »

A tutti i credenti che hanno il desiderio di conoscere il modello della:

«Chiesa originale di Yeshùa il Messia, nata a Gerusalemme»

vista dallo studio su: «Atti 2:41-47» consultatelo insieme agli approfondimenti, informatevi, fate domande direttamente sulle pagine stesse del sito, chiedete, commentate, sarà un conoscersi passo→ passo→ verso la vera Chiesa, aspettiamo il vostro contributo.


«inviateci una e-mail ed entrate in contatto con noi»


Che la grazia del Signor nostro Yeshùa il Messia (Gesù Cristo) sia con tutti noi.

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(2^ Parte)

«Regole per chi Commenta»

3 commenti
  1. Paolo Niccolai
    Paolo Niccolai dice:

    Pace.
    Non posso che condividere il pensiero espresso dai miei fratelli, e vorrei aggiungere che si, la preghiera è un atto che prevede disciplina e costanza, perché come dice spesso il pastore, è totalmente contrario alla carne, ma è anche vero che ritirarsi, ed inginocchiarsi alla ricerca di Dio, è un atto d’amore.
    In questa meditazione ci viene spiegato che il ricercare intorno a Yeshua haMashiah nel senso più completo, è fare la Sua volontà, di piacergli, di avere la Sua mente, di avere la Sua fede, di vivere per Lui in modo pratico e reale.
    Questa ricerca parte proprio dal mettersi in ginocchio in preghiera, e si esprime nel senso più ampio del termine su ogni aspetto della nostra vita, è la migliore dimostrazione d’amore nei confronti di Dio.
    Giovanni 14:15 Se mi amate, osservate i miei comandamenti.
    Shalom a tutti

  2. Filippo
    Filippo dice:

    Il punto centrale della questione è che la preghiera personale è una parte fondamentale del nostro combattimento.
    È la nostra battaglia per non venire travolti dai pensieri del mondo, dalle paure e dalle ansie.
    La preghiera è il nostro esercizio quotidiano, l’esercitazione di un soldato pronto alla guerra.
    Come è scritto nel messaggio non è un’oasi di riposo.
    La lotta è spesso uscire dal lamento, dalla negatività.
    È si vero che è una battaglia quotidiana ma è anche vero che ha una parte fondamentale nel ringraziamento.
    Se inizio a ringraziare in ginocchio, pensando alle cose belle che Dio ha fatto, che sta facendo e che vuol fare, mi sto già mettendo nella giusta posizione e sto mettendo la mente alle cose di Dio.
    Detta così sembra una attività semplice e dolce.
    In realtà non è affatto scontata ne spontanea.
    Quando si parla di battaglia e di guerra occorre definire bene quale sia l’obbiettivo di questa guerra.
    Qual’è il target al raggiungimento del quale potremo dire di aver vinto?
    Senza aver ben chiaro questo rischiamo di combattere a vuoto, come battendo l’aria.

    1^ Corinzi 9:26-27 (LND)
    Io dunque corro, ma non in modo incerto; così combatto, ma non come battendo l’aria;
    27 anzi disciplino il mio corpo e lo riduco in servitù perché, dopo aver predicato agli altri, non sia io stesso riprovato.

    L’obbiettivo della nostra corsa è il premio della suprema vocazione di Dio in noi.
    La realizzazione della chiamata di Dio.

    Filippesi 3:14 (LND)
    proseguo il corso verso la mèta, verso il premio della suprema vocazione di Dio in Cristo Gesù.

    Questa vocazione ha un aspetto generale e un aspetto personale.
    La nostra vocazione è uguale per tutti secondo molti aspetti ma ha anche degli aspetti personali e unici.
    Avrò vinto la gara se avrò realizzato quanto Dio ha detto nella mia vita.
    Perché Dio ha una chiamata specifica per ciascuno.
    E questa chiamata, se iniziamo a svilupparla ha sempre molte sfaccettature e non si esaurisce in una singola attività.
    Quando Dio ci chiama, ci chiama a un percorso.
    È quello di cui sta parlando l’apostolo Paolo nei passi citati, quello che lui desidera adempiere, la sua missione di vita.

  3. MASSIMO FUSI
    MASSIMO FUSI dice:

    Carissimi fratelli e sorelle in Cristo shalom.
    Desidero condividere con voi degli insegnamenti che ho tratto da Luca 22:39-46.
    Ci sono momenti nella nostra vita in cui bisogna rivolgersi, inginocchiandosi, al Signore come fece Gesù dicendo a Lui: “YESHUA Padre mio, io so qual’è la tua volontà in questa prova che ho davanti a me, ma io non ce la faccio poiché è troppo grande per me.
    Però io so che sono tuo figlio e che la mia forza viene solo da Te.
    Ti prego, Ti supplico aiutami a superarla e vincere.”
    Non bisogna mai dimenticare che noi dipendiamo dal cielo e che siamo anche persone fragili, come dice il Pastore, e che è solo la preghiera che ci permette di rimanere connessi con lo Spirito Divino per fare la Sua volontà.
    YESHUA ci da anche un altro insegnamento: a volte il combattimento che Lui ha preparato per noi richiede determinazione ed insistenza nella preghiera poiché sappiamo per l’esperienza acquisita che noi siamo sempre vincitori in CRISTO che ci fortifica.
    Gesù nel Getsmani pregò per ben tre volte.
    Un ultimo pensiero che voglio esprime a voi è che non bisogna mai sentirsi autosufficienti ed arrivati.
    Non dobbiamo commettere l’errore che fece Adamo.
    Eppure lui , pur sapendo qual’era la volontà di DIO, come sta scritto in Genesi 2:17, di fronte alle parole di Eva non ritenne opportuno rivolgersi nuovamente al Padre dal quale dipendeva.
    Gesù con il suo comportamento ci insegna anche questo: non fate come Adamo, imparate da me.

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