Missione Cristiana 153

MINISTERO della PREGHIERA

 «INGINOCCHIARSI»

 parte

Marco 15:15-20

Perciò Pilato, volendo soddisfare la folla, liberò loro Barabba.

E, dopo aver flagellato Yeshùa, lo consegnò loro perché fosse crocifisso.

16) Allora i soldati lo condussero nel cortile interno, cioè nel pretorio, e convocarono l’intera coorte.

17) Lo vestirono di porpora e, intrecciata una corona di spine, gliela misero sul capo.

18) Cominciarono poi a salutarlo dicendo: «Salve, re dei Giudei!»

19) E gli percuotevano il capo con una canna, gli sputavano addosso e,

piegando le ginocchia,

fingevano di adorarlo.

20) Dopo averlo schernito, lo spogliarono della porpora e lo rivestirono delle sue vesti, poi lo portarono fuori per crocifiggerlo.

Balza fuori da questi versetti la totale ARROGANZA dell’uomo, in questo caso dei soldati romani, fino ad INGINOCCHIARSI davanti a Gesù fingendo di adorarlo.

Il più grande atto di arresa e sottomissione di un uomo è inginocchiarsi davanti a colui che considera il vincitore e il detentore della sua stessa vita.

Con un semplice gesto il re decideva della vita o della morte di un uomo, il senso perverso del potere.

Il pollice alzato significava GRAZIA, il pollice abbassato significava MORTE.

Questo ci mostra l’ARROGANZA, la supponenza, la superbia, l’altezzosità, la boria, il senso di superiorità ed il peccato, cioè la voglia di trasgressione, di perversione, l’immoralità, la depravazione, il vizio che ci sta sempre intorno allettandoci, nessuno  né è immune, ma dobbiamo dominarlo.

Genesi 4:7

Se fai bene non sarai tu accettato?

Ma se fai male,

il peccato sta spiandoti alla porta

e i suoi desideri sono volti a te;

ma tu lo devi dominare.

Ci si oppone all’ARROGANZA con un comportamento UMILE e SOTTOMESSO, rivestiti di modestia e di riserbo, semplici e puri.

Ci si oppone al PECCATO, con un comportamento edificante, probo, retto e virtuoso.

I discepoli si liberano dall’ARROGANZA e dal PECCATO seguendo Yeshùa, questa è la Via della Salvezza eterna «sôtêria», della libertà, cioè il cammino di ogni vero cristiano, attraverso l’UBBIDIENZA alla Parola e la SOTTOMISSIONE allo Spirito Santo.

La Via, dove troviamo tutti i benefici e le benedizioni che i cristiani, riscattati da ogni male terreno, possono vivere fin da adesso e in modo definitivo prima del ritorno visibile di Cristo dal cielo nel regno eterno di Dio.

«Salvati dal SALARIO del peccato»

«Salvati dal POTERE del peccato»

«Salvati dalla PRESENZA del peccato»

«Salvati dal PIACERE del peccato»

INGINOCCHIANDOSI

davanti a Dio nel nome Suo che è santo:

«Yeshùa il Messia di Nazareth»

Ebrei 12:1b-2a

Avendo deposto completamente ogni ARROGANZA ed il PECCATO che ci sta sempre attorno allettandoci, per mezzo della perseveranza ci affrettiamo alla

«LOTTA che è stabilita per noi»

2) tenendo gli occhi su Colui che è autore e compitore della nostra FEDE: Yeshùa …

INGINOCCHIARSI

spezza l’ARROGANZA

e controlla il PECCATO

Efesini 3:14

Per questa ragione io piego le mie ginocchia davanti al Padre,

INGINOCCHIARSI

è un gesto di supplica, se fatto con il cuore rivela umiltà e timore, modestia e riserbo, semplicità e purezza, in contrasto con l’ARROGANZA, la supponenza, la superbia, l’altezzosità, la boria e il senso di supremazia.

Significa arrendersi completamente in atto di sottomissione davanti a Dio, al Quale desideriamo concedere libero accesso ad ogni più recondito angolo e pensiero della nostra mente, rendendo nota ogni cosa a Dio, anche se Lui conosce già ogni cosa.

La SUPPLICA è una preghiera accorata, che parla di preoccupazione, di dolore, di angoscia, di colui che si mette in ginocchio e prega, posto in una condizione per se o per altri di oggettivo bisogno o pericolo.

Nasce nell’uomo di fede, che vive in novità di vita, dalla comunione con la Spirito Santo che lo guida nella certezza e consapevolezza dell’amore incondizionato di Dio per i Suoi figli, quello stesso amore che è stato profuso nei nostri cuori.

INGINOCCHIARSI

significa proclamare la nostra appartenenza a Dio e riconoscerla pienamente, ma non è mai solo un fatto fisico, perché deve essere un desiderio, un bisogno genuino, che nasce e cresce solo da una intima comunione con lo Spirito Santo.

Quando un uomo si pone dinanzi a Dio in ginocchio, in quel momento solleva un’umile preghiera che sconfigge l’istintiva arroganza, una supplica che chiede l’essenziale, che non chiede qualcosa, ma cerca qualcuno, quel Qualcuno:

«Yeshùa il Messia»

Questa supplica ha già ricevuto risposta con tanto di promessa:

Matteo 28:20b

Ora ecco, io sono con voi tutti i giorni,

fino alla fine dell’età presente.

Amen.

Inginocchiarsi davanti a

«Yeshùa il Messia di Nazareth»

è un privilegio che si esprime nei veri discepoli,

certi della Sua conveniente, piacevole e perfetta volontà.

Questa meditazione è stato fatta al meglio della mia conoscenza attuale della Parola di Dio, perciò può essere soggetta a modifiche.

« INVITO INVITO »

A tutti i credenti che hanno il desiderio di conoscere il modello della:

«Chiesa originale di Yeshùa il Messia, nata a Gerusalemme»

vista dallo studio su: «Atti 2:41-47» consultatelo insieme agli approfondimenti, informatevi, fate domande direttamente sulle pagine stesse del sito, chiedete, commentate, sarà un conoscersi passo→ passo→ verso la vera Chiesa, aspettiamo il vostro contributo.


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Che la grazia del Signor nostro Yeshùa il Messia (Gesù Cristo) sia con tutti noi.

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(2^ PARTE)

«Regole per chi Commenta»

3 commenti
  1. Filippo
    Filippo dice:

    L’atteggiamento di inginocchiarsi è descritto in moltissimi passi della Parola di Dio.
    In realtà nel Tanak troviamo forse più spesso l’espressione “prostrarsi” spesso precisata con “con la faccia a terra”.
    Ad esempio in:
    Esodo 34:8
    E Mosè si affrettò a prostrarsi fino a terra, e adorò.

    A ben guardare, pare proprio che non si possa stare alla presenza di Dio se non in questa posizione.
    Non possiamo niente, ogni cosa è sotto il controllo del Signore e niente ci accade per caso.
    Il metterci in ginocchio ci ricorda la nostra posizione.
    Il problema nostro è che a volte crediamo di potere qualcosa e che il nostro affannarci porti a delle soluzioni.
    Dobbiamo impegnarci, ma ogni cosa è comunque concessa da Dio.
    Il prostrarsi, nella Bibbia, lo troviamo anche in contesti molto particolari.
    Un esempio è quello
    di Davide che, dopo aver risparmiato la vita a Saul, il quale lo voleva uccidere, esce dalla caverna e si prostra davanti a lui.

    1° Samuele 24:8
    Dopo ciò anche Davide si levò, uscì dalla caverna e gridò a Saul, dicendo: «O re, mio signore!». Allora Saul si voltò indietro, e Davide si abbassò con la faccia a terra e si prostrò.

    Davide aveva appena avuto l’occasione di uccidere Saul quindi non solo di mettersi in salvo ma anche di succedergli come re. Tuttavia non solo non sfrutta l’occasione ma, una volta uscito, si prostra davanti a Saul.

    1° Samuele 24:12
    L’Eterno faccia giustizia fra me e te, e l’Eterno mi vendichi di te; ma io non stenderò la mia mano contro di te.

    Qui vediamo che Davide ci da un insegnamento enorme.
    Non si prostra davanti a Dio ma davanti al re che Dio aveva messo su di lui.
    Davide riconosce l’opera di Dio anche in un momento in cui non doveva affatto sembrargli facile.
    Quante volte mi trovo a questionare con le circostanze, ma come ho detto, le circostanze sono sotto il controllo di Dio.
    La vita di Davide era veramente umile davanti al Signore.
    L’inginocchiarsi non può essere solo un atto meccanico ma un atteggiamento di vita.
    Mi inginocchio davanti al Signore con tutte le azioni che faccio.
    C’è poi da notare come la grande umiltà di Davide nel periodo della sua gioventù, andasse di pari passo con la potenza che Dio aveva messo in lui.

  2. Paolo Niccolai
    Paolo Niccolai dice:

    Pace.
    Leggendo gli Atti degli Apostoli troviamo un paio di versetti che mi hanno sempre fatto riflettere,
    Atti 20:36 e Atti 21:5 in questi passi il mettersi in ginocchio sembra essere una cosa del tutto naturale.
    La domanda che mi pongo è, inginocchiarmi è per me un atto naturale che rivela la mia resa incondizionata al volere di Dio? Inginocchiarsi e pregare dovrebbero essere prerogative fondamentali di ogni cristiano.
    Inginocchiarsi è un gesto umano con un profondo significato spirituale, che dimostrano la resa, la fiducia, l’amore nei confronti di Dio, e il grande onore che si ha nell’appartenere a Lui.
    Shalom a tutti.

  3. MASSIMO FUSI
    MASSIMO FUSI dice:

    Come afferma in nostro Pastore inginocchiarsi è proclamare la nostra dipendenza da Dio e riconoscerla pienamente ed è la diretta conseguenza del vivere un rapporto meraviglioso di intimità con il nostro SIGNORE YESHUA.
    Io credo che Giovanni, il discepolo che Gesù amava, sia stato colui che ha vissuto e conosciuto proprio questo rapporto intimo.
    I versetti di Giovanni 13:23-25 descrivono perfettamente quanto sto affermando: «23 Or uno dei discepoli, quello che Gesù amava, era appoggiato sul petto di Gesù. 24 Allora Simon Pietro gli fece cenno di domandare chi fosse colui del quale egli parlava. 25 E quel discepolo, chinatosi sul petto di Gesù, gli chiese: «Signore, chi è?».
    Qui Pietro si rivolge a Giovanni come per dire: a te risponde sicuramente.
    Sì è così, proprio così.
    Poiché è in questo nostro atteggiamento che il nostro SIGNORE YESHUA non può fare a meno di risponderci, anzi LUI stesso vuole esaudirci perché è profondamente innamorato di ognuno di noi. Concludo con la prima parte del versetto 8:5 del Cantico dei Cantici: Chi è costei che sale dal deserto appoggiata al suo diletto? Cioè totale dipendenza, abbandono e fiducia della sposa a Cristo Gesù.

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