Apocalisse 21:12-14
Si elevava città fortificata possente e alta,
aveva dodici porte e sulle porte dodici angeli,
e nomi sovrascritti, che sono delle dodici tribù dei figli d’Israele.
13) A oriente tre porte, anche a settentrione tre porte,
anche a mezzogiorno tre porte, anche ad occidente tre porte.
14) E il muro della Città aveva dodici fondamenta,
e su di essi dodici nomi dei dodici apostoli dell’Agnello.
Shabbat del 18 settembre 2024
Shalom,
Desiderio di Comunione Fraterna
C’è un prezzo da pregare ed un prezzo da condividere.
“Si vede se siamo veri credenti dal nostro modo di fare gli uni con gli altri…..”
1° Gio 4-11 “ se Dio ci ha tanto amati, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri”
In Romani è scritto che Yeshua è primogenito fra molti fratelli, il Signore non ha salvato il mondo con un’azione diretta, Lui si riserva il giudizio”, ma ha usato Yeshua. Il si di Yeshua alla volontà del Padre ha salvato il mondo.
L’intercessione ha effetto nell’azione.
Il Signore vuol salvare il mondo (chi salva un uomo salva il mondo) attraverso di me e può farlo solo se il mio rapporto con gli altri rispecchierà il mio rapporto con Yeshua nel fare la volontà del Padre.
Per il momento la mia comunione fraterna è solo un desiderio, per questo cerco di buttar fuori un po’ del peggio di me visto che non posso farne comunione con gli altri.
Vi voglio bene
Alessandro
21 settembre 2024
Shalom,
Posizione in campo, il nostro non è un campo qualsiasi, ma è il campo di battaglia.
In questa guerra possiamo nasconderci nel conformismo del mondo o combatterlo fino alla fine, perché come tutte le guerre anche questa finirà e ci sarà un vincitore ed un perdente.
Conosco questo campo e la mia posizione, davanti a me ci sono 32 sentieri che mi attendono, posso decidere se combattere o nascondermi.
In Matteo 10:16 «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come serpenti e semplici come colombe».
È un cammino infido, pieno di insidie, devo procedere con cautela, per questo il Signore ha posto il Suo Spirito su di me per illuminare la Via e tutte le insidie disseminate.
Ha profuso in me il Suo Spirito per darmi la possibilità affrontare quelle insidie insieme a Lui, o no!
Alessandro.
Shalom
Sichah – Simchah
I Sentieri ed il “Tom Tom”.
Salmo 119:105 «La tua Parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero».
Geremia 6:16 Così dice YHWH: «Fermatevi sulle vie e guardate, e domandate dei sentieri antichi…»
Simchàh, il dono prezioso, un “Tom Tom” per non perdermi nei sentieri.
Troppo spesso mi allontano da quei sentieri, quasi senza accorgermene indipendentemente se sono o no in preghiera, in assemblea ed ancor più quando sono per conto mio.
Sono solo i miei pensieri che mi indicano un percorso “migliore” per allontanarmi dai “sentieri antichi”, è qui che devo fermarmi, chiedere e riprendere subito il cammino.
Alessandro
Vediamo se riesco a partire diritto visto che di giri ne ho fatti abbastanza.
«Elohim disse».
Vediamo anche se riesco a dare un senso al mio parlare, non in quello che sto scrivendo ma in quello che uscirà di volta in volta dalla mia bocca.
Sichà.
Mosè ricorda al Signore che è tardo di parola, (un po’ come me) ma il Signore gli risponde in:
Esodo 4:11 YHWH gli disse: «chi ha fatto la bocca dell’uomo …… 4:12 Or dunque va, e io sarò con la tua bocca e ti insegnerò ciò che dovrai dire».
Gesù, in Matteo 15, dice che ciò che esce dalla bocca contamina l’uomo.
Ciò che uscirà dalla mia bocca renderà il mio percorso diritto o storto in base ai fatti che seguiranno le parole.
Elohim disse: “Faccia la terra germogliare…….” E così fu.
Shemà
Alessandro
Shalom
Oggi inizio l’ennesimo tour: «BERESHIT»
Shalom,
Deuteronomio 5:16 «Onora tuo padre e tua madre, come il Signore, il tuo Dio, ti ha ordinato …»
“Huios” Figli, quante volte uso questa parola per indicare me stesso: quando parlo, nella lode, a volte anche in preghiera.
Oggi il Signore mi ha ricordato che ha dato anche un ordine ai figli: «Onora»
Quindi, se sono figlio devo comportarmi come tale.
Yeshùa è il Figlio ed anch’io posso essere figlio se Suo discepolo, essere discepolo è onorare il Padre.
Come può la Creazione vedere in me un discepolo se non riesco a vederlo nemmeno io, come si può vedere un’immagine incompleta, sfocata, a volte invisibile.
Un discepolo, un figlio di Dio «Huios» è un’immagine, un dipinto che va creato, per questo il Signore mi ha dato nove colori, ed un cuore per unirli, sta a me creare il Suo dipinto.
Alessandro
Shalom,
1° Sentiero
6° Sephirah: «GHEVURAH-FORZA»
Approccio al cammino.
1° Cronache 29:12 «da Te vengono la Ricchezza OSCEAR e la Gloria KAVBOD; tu domini tutto; nella Tua mano la Forza e la potenza, e tu hai il potere di rendere grande e di dare forza a tutti».
Considerazioni: Ecc. 12:13-14 Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: «Temi DIO e osserva i Suoi comandamenti, perché questo è il tutto dell’uomo». 14) Poiché Dio farà venire in giudizio ogni opera …..
In 1° Cronache 29:18-19 «O YHWH, DIO di Abramo, di Isacco e di Israele, nostri padri, mantieni sempre disposizioni, pensieri nel cuore del Tuo popolo e dirigi i loro cuori versoi di te; 19) e dà a Salomone, mio figlio, un cuore integro, perché osservi i tuoi comandamenti, i tuoi precetti e i tuoi statuti, perché faccia tutte e costruisca il tempio per il quale ho fatto i preparativi».
Davide chiude la sua preghiera con la certezza nel cuore che YHWH l’avrebbe ascoltato; ciò che voglio evidenziare è la fine del versetto 19 «perché faccia tutto e costruisca il tempio per il quale ho fatto i preparativi» come Davide ha fatto questo per Salomone così YHWH per i suoi figli «Huios».
Il Signore ha già fatto tutti i preparativi, mi ha già dato tutte le Ricchezza nei Suoi Comandamenti, Precetti e Statuti e la Forza nel Suo Spirito per costruire il Suo Tempio; devo «solo» mantenere il cuore nella giusta direzione e come Abramo accettare quella «HEi» che YHWH ha nella Sua mano, ma finché resta lì non mi servirà a niente.
Il Tempio è l’opera che YHWH ha precedentemente preparato, ad Abramo è bastato accettare una «HEI» per trasformarsi nel poema di YHWH.
Salmo 145:6 «Si parlerà della Potenza dei Tuoi atti eccelsi, io racconterò la Tua grandezza ↔ Gloria ↔ KAVBOD.
Alessandro
Salmo 37:8-9 -Considerazioni-
L’ira, come lo sdegno sono parte di me, ma il Signore dice di non adirarmi perché sarebbe peggio.
Desistere dall’ira, deporre lo sdegno può essere solo conseguenza dello stare alla Sua presenza, facile a dirsi, ma potrebbe davvero esserlo basta provare.
Arrendermi all’Ascolto: «Shemà» al Senso della Parola: «Sichà», aprendomi a YHWH affinché possa disciplinarmi, correggermi, rompere la mia malvagità.
A me chiede una sola cosa, tenere al riparo nel mio cuore il desiderio di arrendermi a Lui, in un cammino certo e non in un’attesa inutile.
Salmo 119 :33-40 -Considerazioni-
Le mie mani mi uniscono alla lettera: Hei, mani che si congiungono per creare i desideri del mio cuore.
Hei, la Prima Porta, una tenda costruita su 8 Pali o versetti, che sorreggono ed uniscono una Tela, la veste della Tribù di YEUDA’. La fusione della carne con lo Spirito. Hei.
La costruzione è un cammino già dato, basta seguirlo, in questi versetti del Salmo 119 ci sono parte delle indicazioni o risposte che ho ricevuto:
36- Piega il mio cuore verso le Tue testimonianze, non verso la cupidigia.
37- Distogli gli occhi miei dal contemplare la vanità, fammi vivere sulla Tua via.
39- Allontana da me l’obbrobrio che mi spaventa, perché i Tuoi giudizi sono buoni.
Ho visto aspetti della cupidigia e della vanità che pensavo di tener nascosti, ma il Signore me li ha fatti vedere senza possibilità di replica.
Inoltre, per quanto possa ritenermi capace di valutare o per quanto possa ritenere valido il mio giudizio su obbrobrio o valore, è solo vanità, non conta ciò che io penso, ma ciò che Dio dice.
Finisco ritornando al desiderio del versetto 40.
Alessandro
C’è un percorso personale ed uno collettivo, due percorsi che si confondono affinché possa nascere una nuova creatura.
Nel cammino di tutti questi anni ho piantato tanti paletti spesso senza conoscerne il terreno, e con il passare del tempo molti sono caduti per debolezza o per ignoranza o per circostanze ancora troppo forti.
Forse in questo cammino non mi occorrono paletti ma un rifugio, una tenda da portare sempre con me dove ripararmi quando le circostanze diventano troppo avverse.
La tribù di YEUDÀ è la mia tenda.
Non voglio mettere nessun paletto.
Mi servono delle buone fondamenta, quindi un buon Autocontrollo.
L’Autocontrollo non può stare sotto il controllo diretto della mia volontà ma dovrà essere conseguenza della presa di coscienza prima, e della conoscenza poi, che la Torah (Alef/Tav) è la soluzione.
L’Autocontrollo non è nascondere i pensieri o le emozioni, ma manifestarli, portali alla luce per non creare altri sepolcri imbiancati, sapendo che conversare con la potenza di creare “SICHÀ” è l’azione in SIMCHAH, la direzione, ci potrà essere di grande aiuto per lasciare l’Autocontrollo sotto la guida di mani più esperte.
Alessandro
Shalom,
vivo sapendo che l’unica certezza è la salvezza in Cristo.
Pertanto devo concentrare tutta la mia attenzione e la mia forza nella ricerca di Cristo, anche se in questa sono carente non è un buon motivo per mollare.
Ho in mano un secchio pieno di acqua sporca con un bambino dentro.
Mi immagino il Golgota con le tre croci e 2 malfattori, e mi dico «io sono quello ok», ma una voce mi dice che quello ok è quello che ha preso la sua croce e allora mi rendo conto che sono quell’altro, quello che cercava di scaricare la sua croce su Gesù, e come lui anch’io, nei fatti gli dico «prendi anche la mia».
Ma la salvezza di quel bambino è nelle mie mani.
Riparto dal mio inizio, la Sposa «una nave che fa venire il cibo da lontano» affinché il cibo sia sempre abbondante e saporito.
Gen. 49:20 Da Ascer …
Per non gettare quel bambino devo almeno intravederlo, intanto cambiando posizione:
Gen. 49:1-2 «Radunatevi e ascoltate, o figli di Giacobbe! Date ascolto a Israele, vostro padre».
Israele mi ricorda che devo prendere la mia croce, sapendo che so benissimo di cosa si tratta.
Non posso gettare quel bambino, su di lui c’è una promessa.
Gen. 49:8 «I tuoi fratelli ti loderanno (Israele) … i figli di tuo padre si inchineranno (Giacobbe)…»
Questa è la parte che Dio ha preparato, poi c’è la mia:
Gen. 49:11 «Egli lega il suo asinello alla vite ed il puledro della sua asina alla vite migliore,
lava la sua veste nel vino ed il suo manto nel sangue .
Gen. 49:12 «Ha occhi lucenti per il vino e i denti bianchi per il latte».
Sono e si vedrà solo quello che bevo e mangio.
Non quello che penso.
Alessandro
Shalom,
sto cercando di mettere a fuoco il cammino, che, come portò il popolo ebreo attraverso il deserto alla terra promessa, possa farmi giungere attraverso la Parola alla perfezione in Cristo.
La mia terra promessa, una città perfetta circondata da mura possenti erette su dodici fondamenti, con dodici porte. La sposa.
Dodici porte: 1^ Cor. 12:27 Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua.
In Genesi 39:3 parlando di Giuseppe, sta scritto :«Il suo padrone vide che il Signore era con lui e che il Signore gli faceva prosperare nelle mani tutto ciò che intraprendeva».
In Atti sta scritto che la mano del Signore era con loro e ad Antiochia, per la prima volta furono chiamati cristiani.
Voglio dire che la presenza del Signore era evidente prima con Giuseppe, poi ad Antiochia, quindi se c’è una città alta con mura possenti, con fondamenta e porte, si vede.
Se la porta non si vede non si entra, se le fondamenta sono imperfette fanno diroccare le mura e la città resta indifesa; pertanto, iniziando dalla porta, si deve vedere.
Ognuno per parte sua.
La mia parte, riassumendo il Salmo 37:8-9, è non ti fare coinvolgere dalle circostanze come ripetuto in Genesi 45:24 «non fate litigi per la strada» e nei Salmi 111:3 e 112:3,
il suo fare parla e onore e ricchezza dentro la sua casa.
Questa è parte della dimensione perfetta della mia porta, il desiderio di entrare in questa perfezione con l’aiuto della grazia per mezzo della fede, potrà permettermi di farne parte. Dipende solo da me.
Abramo
Shalom,
voglio condividere alcuni pensieri confusi e disordinati, con la speranza di riuscire a chiarirli ed ordinarli.
Inizio dal salmo 119:33-40 cercando di leggerlo non con l’intelligenza ma con il «Senso della parola: SICHÀ», che come scrivi:
«Il segreto del «Senso della Parola» è nella potenza di poter creare».
Ora, l’unica cosa “mia” perché solo a me è data la possibilità di creare, è diventare una “nuova creatura” per mezzo della Parola.
Mi piace molto la definizione che hai dato della Parola “Descrizione verbale della nostra individualità in Cristo”.
La Paola è semplice solo se la si vive.
Ritorno al Salmo 119:33-40 e le richieste del salmista hanno una luce diversa:
Insegnami dammi intelligenza, conducimi, piega, distogli, allontana e desiderio possono prendere forma nella mia mente e se prendono forma nella mia mente possono diventare reali.
Uscire dal vecchio vano modo di vivere, per poter amarci come prossimo, senza riserve e senza lasciare indietro nessuno.
Per ora è solo un desiderio sulla carta, ma il Signore è buono.
Abramo