Marco 2:3-5
Allora vennero da Gesù alcuni a presentargli un paralitico, portato da quattro uomini
4) Ma, non potendo accostarsi a lui a causa della folla, scoperchiarono il tetto sul punto ove era Gesù e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico.
5) Come Yeshua vide la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, i tuoi peccati ti sono perdonati!»
Sono pienamente d’accordo con le meditazioni di Massimo-Paolo e Paolo-Cristiano.
La meditazione di Filippo-Jubal però ha centrato e spiegato perfettamente quello che è nel mio cuore, mi allaccio a Matteo 6:21 perché dov’è il vostro tesoro, la sarà anche il vostro cuore.
Quindi parliamo di quello che è veramente importante nella nostra vita, ho dei desideri e nel Salmo 37:3-4 è scritto: Confida in YHWH e fa il bene, abita il paese e coltiva la fedeltà.
Prendi il tuo diletto in YHWH ed egli ti darà i desideri del tuo cuore.
Perciò, se io adempio Matteo 6:21 allora vedrò il Salmo 37:3-4 realizzato nella mia vita!
Mi domando ancora: mi voglio bene? Fino a che punto?
Shalom
Qual’è il nostro desiderio? Dio l’ha messo in noi con il suo Spirito. Eppure pare che prima ci sia sempre qualcos’altro da fare, qualcosa che forse non voglio neppure ma si “deve fare”. l’avere desideri diversi porta risultati non positivi. La vita è un fatto di desideri.
Nel mondo riceviamo la cultura del mondo e questa ti trasmette quello che si deve desiderare e quello che è buono. Fondamentalmente sono cose materiali. Tuttavia in ogni caso la responsabilità è individuale, perché dentro tutti noi sappiamo che i desideri materiali non portano pienezza scegliamo di seguirli per comodità. Ogni uomo nel suo profondo sa che è così, ognuno sa che tutti questi desideri anche se raggiunti con ansia generano altri desideri e altra ansia. È una spirale che non si arresta se non decidiamo di interromperla.
Lo Spirito ci spinge a santificarci, a separarci da questo. Non è un fatto di diventare asceti quanto di vivere una vita nella fermezza di Dio e quindi nella sua pienezza e pace.
Il salmo 115 afferma che siamo come ciò in cui crediamo e come ciò a cui tendiamo nella nostra vita . Chi crede in un idolo muto vive ma è in realtà un vivente già morto: vivo nel corpo ma senza vera vita spirituale.
Salmo 115:4-9
4 I loro idoli sono argento e oro, opera di mani d’uomo. 5 Hanno bocca ma non parlano, hanno occhi ma non vedono, 6 hanno orecchi ma non odono, hanno naso ma non odorano, 7 hanno mani ma non toccano, hanno piedi ma non camminano; con la loro gola non emettono suono alcuno. 8 Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano. 9 O Israele, confida nell’Eterno! Egli è il loro aiuto e il loro scudo
Attenzione, non stiamo parlando solo di idoli tipo statue o quadri ma anche dei soldi, della carriera, del lavoro, del potere e di cose di questo tipo.
Chi confida in Dio (vale a dire chi si fida di Dio e gli è fedele), piuttosto che sulle cose precedentemente elencate, agisce in accordo alla sua Parola e vive veramente.
I desideri di Dio sono la nostra benedizione, quella vera, frutto di una vita vissuta in accordo ai suoi insegnamenti. È ciascuno di noi ha desideri con sfumature diverse perché ogni parte del corpo ha il suo compito e il suo posto. Non esiste posto migliore dove una parte del corpo possa stare se non quello che Dio ha pensato.
La dove è il nostro tesoro è anche il nostro cuore. Dove è quindi il nostro tesoro?
Matteo 6:21
Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Nel cammino sentiamo sempre di più che non c’è altro valore se non quello che il Signore ha messo in noi. Questo significa che il desiderio sta venendo fuori. È già un primo passo, il passo che segue è quello, come dice il messaggio, della speranza ovvero il pensare che questo si possa realizzare. E qui già sono più in difficoltà.
La fedeltà a Dio è ciò che ci porta veramente nella direzione di ciò che si spera, il confidare in Lui per realizzare a pieno la vita di Dio in noi.
Shalom
Pace.
La fede che giova è quella fede che coniuga la Torah allo stile di vita.
Infatti in Isaia 8:20 sta scritto: Alla Torah! Alla testimonianza!
Se il popolo non parla così è perché in esso non c’è luce!
Dare testimonianza vuol dire vivere per fede secondo la Torah, e tutte le volte che non lo faccio in me non c’è luce, e se in me non c’è luce, non sto forse spegnendo lo Spirito?
Per questo voglio citare dei versetti dalla prima lettera ai tessalonicesi, in cui Paolo ci esorta a non spengere/contristare lo Spirito, e a vivere secondo la Torah.
1^ Tessalonicesi 5:19-24 Ora, fratelli, vi preghiamo di aver rispetto per quelli che si affaticano fra di voi, che vi sono preposti nel Signore e che vi ammoniscono, e di averli in somma stima nell’amore per la loro opera.
Vivete in pace fra voi.
Ora, fratelli, vi esortiamo ad ammonire i disordinati, a confortare gli scoraggiati, a sostenere i deboli e ad essere pazienti verso tutti. Guardate che nessuno renda male per male ad alcuno; anzi procacciate sempre il bene gli uni verso gli altri e verso tutti.
Siate sempre allegri.
Non cessate mai di pregare.
In ogni cosa rendete grazie, perché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.
Non spegnete lo Spirito.
Non disprezzate le profezie.
Provate ogni cosa, ritenete il bene.
Astenetevi da ogni apparenza di male.
Ora il Dio della pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del Signor nostro Gesù Cristo.
Fedele è colui che vi chiama, e farà anche questo.
Vivere secondo questi versetti significa vivere nella fede che giova, come la donna shunamita, come gli uomini che hanno calato il paralitico giù dal tetto, oppure, come dice il nostro fratello Massimo-Paolo, come la Sposa innamorata di Yeshua haMasciach.
Shalom a tutti!
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo shalom.
Inizio la mia riflessione con le parole che YHWH-YESHUA dice ad Abrahamo in Genesi 18:13-14: «E YHWH disse ad Abrahamo: «Perché mai ha riso Sara dicendo: “Partorirò io per davvero, vecchia come sono?”.
14 Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per YHWH? Al tempo fissato, fra un anno, ritornerò da te, e Sara avrà un figlio”.
Non c’è niente di impossibile per DIO.
I quattro uomini che scoperchiarono il tetto sul punto ove era Gesù e calarono il lettuccio sul quale giaceva il paralitico, sono la dimostrazione di cosa significa agire per fede.
Riconoscono in Gesù il Messia e non si muovono per se stessi ma per colui che era infermo.
Un altro meraviglioso esempio di fede-fiducia-fedeltà è riportato in Matteo 8:5-13 e in Luca 7:1-10.
Questi versetti descrivono il comportamento del centurione di Capernaum e dove, addirittura, in Matteo 8:10 il Signore dichiara: “E Gesù, avendo udite queste cose, si meravigliò, e disse a coloro che lo seguivano: «In verità vi dico, che neppure in Israele HO TROVATA UNA COSI’ GRANDE FEDE”.
Oggi però noi possiamo vivere in una dimensione molto più grande poiché YHWH-YESHUA ci ha donato per amore il Suo Spirito divino che vuole trasformarci a sua immagine e somiglianza.
E’ un processo spirituale che ci porta, prima ad avere rivelazione di cosa significa essere figlio di Dio, poi ci fa raggiungere la dimensione del cuore “PURO e SANTO” della Sposa.
Una Sposa innamorata che conosce il cuore del Suo Sposo e Signore.
Una Sposa che vive la fiducia, la fedeltà e la fede in modo semplice e naturale perché sono le caratteristiche della Sua natura.
Una Sposa innamorata di Cristo che odia il peccato e che intercede al Trono della Grazia per le anime perdute.
Una Sposa che sa di essere sulla terra quel “Gesù uomo”, come afferma l’apostolo Paolo, che si pone tra Dio e gli uomini.
Ognuno di noi deve sentirsi come la Sua futura Sposa.
Il Signore esaudisce sempre la preghiera della Sua futura Sposa perché intercede per i santi e per le anime secondo Dio.
In Ebrei 12:14 sta scritto: “Senza la santificazione nessuno vedrà il Signore”.
Questo deve essere il nostro continuo, costante modo di vivere.
Il nostro compito è perseguire la santificazione.
Solo così vedremo il Signore, cioè raggiungeremo sulla terra la dimensione perfetta della Sposa di Cristo, il Suo Corpo, per porre in atto quanto Gesù afferma in Giovanni 14:12.