Un vero credente desidera essere in completa armonia con la Sacra Scrittura.
Vale per lui l’insegnamento apostolico su chi è Dio, cos’è e com’è il battesimo, la Santa Cena, la Comunione fraterna, la preghiera, come erano nel principio e come dovrebbero essere ancora oggi, per tornare alla vera pratica originale.
Tutti coloro che vogliono appartenere alla vera Chiesa di Gesù Cristo, cioè alla Sua Sposa, vorranno continuare a sperimentare la Sua Parola che è vivente, attaccandosi alle Sue promesse, aspettando il Suo ritorno che è ormai alle porte.
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Un aspetto che vorrei toccare è la dottrina «dell’unità nella diversità», ecumenismo.
La trovo molto in contrasto con la dottrina di DIO.
Come sta scritto DIO è uno, la fede è una e la dottrina ugualmente una.
Posso affermare che all’intero di un corpo vi sono svariate membra con posizioni, compiti e doni diversi ma il corpo rimane uno solo, risponde ad un solo capo, una sola mente che non può avere pensieri diversi.
L’unica mente, pensieri e fede è quella di Cristo, il quale sia nelle parole che in fatto non è mai stato ambiguo o in contraddizione con se stesso, la Parola.
Gli usi ed i costumi fanno parte delle regole del vivere comune, elementi caratteristici di una comunità o di un popolo, regole non scritte che portano ordine nella comunità stessa indipendentemente dalla loro natura.
Gli usi e costumi sono e restano solo tradizioni umane, e come tali legate ad una scadenza anche se non riportata sull’etichetta.
Da giovane mi fu insegnato che il venerdì non si mangiava la carne, era peccato, non un peccato grande, ma sempre peccato, oggi non più, questa tradizione è passata come passeranno tutte le tradizioni umane.
Anche il mondo spirituale necessita di regole per tenere uniti in uno stesso carattere coloro che ne fanno parte, la differenza sta nel principio, le regole del mondo sono per un tempo, ma le regole di Dio sono per l’eternità.
Ringrazio Dio perché la «Sua Parola» non ha scadenza, è solo Eterna.
Alessandro
Questo post tocca aspetti profondi, problemi che riguardano tutti gli uomini e hanno a che fare in modo stretto con la mia storia personale.
Ho frequentato la chiesa cattolica fino a poco dopo i 20 anni. I miei problemi in quella comunità non sono nati da conflitti con persone, litigi o altro, ma dal semplice fatto che, a un certo momento, non essendo più un ragazzo, ho cominciato a pormi domande serie sul da farsi nella vita e a cercare risposte profonde.
In quel momento mi sono accorto di non ricevere nessuna risposta vera.
Non giudico gli uomini, non è un lavoro che mi spetta e credo che in ogni comunità ci siano uomini e donne che hanno sinceramente necessità di conoscere Dio.
Giudico il fatto che non si può vivere non interrogandosi su Dio, sulla sua volontà e sul senso della nostra vita.
Tanto meno trovo ammissibile modificare la dottrina per aggiustarla ai nostri presunti bisogni, perdendo così le vere risposte ai bisogni profondi di ogni uomo.
Non si può accettare tutto dietro a vani discorsi, Dio chiama il peccato per ciò che è e lo fa per amore nostro.
Sto dicendo che oggi ho capito tutto? No, più vado avanti più mi rendo conto di non sapere.
Sto vivendo nella pienezza di Cristo? Sicuramente in maniera molto limitata al momento.
Ogni uomo ha un cammino da fare.
Ma c’è un principio sul quale non si può discutere. Dio ha ragione sempre e comunque.
Chi si deve mettere in discussione sono io con i miei pensieri, le mie convinzioni e le mie abitudini.
Va fatto ogni giorno e, ringraziando Dio, sono stato condotto in una chiesa, la Missione Cristiana 153, dove questo viene fatto e insegnato continuamente come principio fondamentale.
Una riflessione che subito mi viene in mente e che sono passati quasi 2000 anni da quando l’apostolo Pietro scrive quanto riportato in 1^Pietro 1:18.
Allora penso che in tutto questo tempo l’opera di Satana è stata veramente immensa.
Il suo lavoro, che continua ancora oggi, ha ulteriormente aggravato la condizione dell’uomo sempre più legato a tradizioni, riti e superstizioni di varia natura che gli impediscono di conoscere il Signore attraverso la Sua Parola pura ed instaurare una relazione intima con Lui.
Ma io mi rivolgo a coloro che amano la Parola e ricercano una comunione con Gesù Cristo e guardano il mondo e ciò che sta succedendo con sgomento e pensano che non ci sia più speranza, né la possibilità di liberarsi dalle tradizioni e dal vano modo di vivere tramandato dai nostri padri.
Non è così perché, ringraziando il Signore, ci sono ancora credenti che amano profondamente Gesù e non vogliono ridurre la loro riunione come se fossero in una discoteca fatta di luci e raggi laser perché sono prese da sacro timore e tremore di Dio.
Gesù Cristo sta edificando la Sua Chiesa e come disse ai suoi discepoli lo ripete anche a noi: «Le cose impossibili agli uomini, sono possibili a Dio».
Ma noi siamo chiamati a fare la nostra parte divenendo umili come piccoli fanciulli cercando di piacere continuamente a Dio nel percorrere «la via della purezza» verso il cielo.